Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

mercoledì 26 settembre 2012

Da "La piccola ombra", di Banana Yoshimoto (Feltrinelli, 2002)




da L'ULTIMO GIORNO

Si dice spesso che se non si prova a fare una cosa non si può dire di non esserci portati, ed è proprio vero. Tutti i sabati mattina quando lui se ne andava via, fissando lo sguardo sulle minuscole particelle di polvere che risplendevano nella luce mattutina, iniziavo a pensare. Fino a poco prima avevamo bevuto il caffè condividendone l'aroma, avevamo parlato della frittata mangiata dallo stesso piatto, eppure adesso lui non era più lì. Il CD che aveva cominciato ad ascoltare non era ancora finito, ma io non potevo più mettermi in contatto con lui. In quelle condizioni per me era come morire. Lo pensavo davvero. La natura odiosa di quella tristezza non mi si confaceva affatto. In quei momenti, tendevo le orecchie per un po' al fluire dei suoni violenti della musica di Piazzolla e la percezione del tempo tornava da me. Da quel momento in poi la mia giornata finalmente incominciava, ma ogni volta era per me uno sforzo al limite del possibile.

(...)

da HONEY MIELE

I ricordi erano così tanti che ebbi l'impressione di guardare di nascosto degli specchi posti uno di fronte all'altro. Da una parte c'era l'estensione del piccolo mondo praticamente senza limiti che aveva rappresentato la nostra storia, dall'altra la realtà attuale, ormai separata.

(...)

Non esiste una tristezza superiore a un'altra, una più profonda di un'altra.

(...)

da LA MERIDIANA

I nostri sentimenti mutano in continuazione e sono l'unica prova a testimonianza del nostro amore.

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