Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

domenica 16 settembre 2012

Da "Il sorriso ai piedi della scala", di Henry Miller (Feltrinelli, 1980)




Antoine alzò gli occhi, lo guardò fisso per alcuni lunghissimi minuti. Sembrava che si guardasse in uno specchio. Augusto a poco a poco finì per capire che cosa passava in quel momento per la testa di Antoine.

"Sono io, sono Augusto," gli disse piano.

"Lo so," rispose Antoine. "Sei tu... ma potrei anche esser io. Non se n'accorgeranno, loro. E tu sei grande e io non sono mai stato nessuno."

"Pensavo la stessa cosa anch'io un minuto fa," disse Augusto con un sorriso assorto. "È strano. Un fondo di colore, qualche sgorbio bianco, un costume da pagliaccio: quanto poco basta a fare di un uomo un nulla! Questo noi siamo: nulla. Nulla e tutto, nessuno e ciascuno allo stesso tempo. Non noi applaudono, ma se stessi."


(...)


Ogni sera, osservando quel numero, Augusto s'era spesso domandato, caso mai avesse dovuto farlo lui, come si poteva dargli quel colpo di pollice che sarebbe bastato a rinnovarlo. Ed ora eccolo lì a recitare proprio quelle gag che tante volte aveva provato mentalmente, e magari in sogno. Gli pareva d'essere il maestro che dà il tocco finale a un ritratto lasciato a mezzo da uno scolaro negligente. Escluso il soggetto, più niente sarebbe rimasto dell'originale. Cominciare col ritoccare, qua, là, e finire per dar vita a qualcosa di completamente nuovo.


(...)


L'artista del fatuo ha per campo d'azione il tempo, tutto il tempo. Solo dinanzi all'eterno si dà per vinto...


(...)


Rimase così, a lungo, respirando piano e quietamente al capezzale di se stesso. E quando alfine riaprì gli occhi, vide un mondo dal quale il velo era stato strappato via. Un mondo esistito da sempre nel suo cuore, sempre sul punto di manifestarsi, ma che solo nell'attimo in cui il cuore batte finalmente all'unisono, comincia a pulsare di vita.


(...)


dalla Nota a mo' di epilogo

Ma che cos'è questo regno della fantasia che ci circonda ed assedia da ogni parte, se non la realtà stessa? In verità noi non inventiamo nulla. Cancelliamo e ricreiamo, scoperchiamo e scopriamo. Tutto è già dato, dicono i mistici, abbiamo solo da aprire gli occhi e i cuori, per identificarsi con ciò che è.

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