Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

domenica 27 gennaio 2013

Da "Se questo è un uomo", di Primo Levi (La Biblioteca di Repubblica, 2002)




da Prefazione

A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager.

domenica 20 gennaio 2013

Da "Il giorno prima della felicità", di Erri De Luca (Feltrinelli, 2011)




Davanti alla porta da difendere c'era una pozzanghera, per una perdita d'acqua. All'inizio del gioco era limpida, potevo vederci di riflesso la bambina ai vetri, mentre la mia squadra attaccava. Non la incontravo, non sapevo com'era il resto del corpo, sotto la faccia appoggiata alle mani. Nei giorni di sole dal mio finestrino arrivavo a risalire a lei attraverso un rimbalzo di vetri. Restavo a guardarla finché non mi lacrimavano gli occhi per la luce. I vetri chiusi delle finestre del cortile permettevano al riflesso con lei dentro di affacciarsi fino al mio angolo d'ombra. Quanti giri faceva il suo ritratto per raggiungere il mio finestrino. Da poco in un appartamento del palazzo era arrivato un apparecchio televisivo. Sentivo dire che si vedevano persone e animali che si muovevano ma senza i colori. Invece io potevo guardare la bambina con tutto il marrone dei capelli, il verde del vestito, il giallo che ci metteva il sole.

domenica 13 gennaio 2013

Da "Una voce di notte", di Andrea Camilleri (Sellerio editore Palermo, 2012)




Arrivò 'n commissariato e, come sempri in quel jorno dell'anno, Catarella gli s'apprecipitò 'ncontro commosso e col vrazzo stinnuto.
"Tanta e tantissima auguranza di tutto cori di longa vitissima e salutissima e filicissima, dottori!".
Montalbano prima gli stringì la mano, po', per un impulso 'mproviso, se lo stringì al petto.
A Catarella spuntaro le lagrime.
Tri minuti doppo che si era assittato nel sò ufficio, s'appresentò Fazio.
"Dottore, auguri vivissimi da parte mia e macari da parte di tutto il commissariato" disse.
"Grazii e assettati".
"Non posso, dottore. Devo raggiungiri il dottor Augello, il quale mi ha detto di farigli gli auguri, al Piano Lanterna".
"Pirchì?".
"Stanotti ci fu un furto con scasso in un supermercato".
"Arrubbaro qualichi detersivo?".

domenica 6 gennaio 2013

Da "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", di Luis Sepúlveda (Salani Editore, 1999)




Ai piedi del vecchio ippocastano i quattro gatti iniziarono a miagolare una triste litania, e ai loro miagolii si aggiunsero ben presto quelli degli altri gatti delle vicinanze, e poi quelli dei gatti dell'altra riva del fiume, e ai miagolii dei gatti fecero coro gli ululati dei cani, lo straziante cinguettio dei canarini in gabbia, il garrito delle rondini nei loro nidi, il triste gracidio delle rane, e perfino le grida stonate dello scimpanzè Mattia.
Le luci di tutte le case di Amburgo si accesero, e quella notte tutti gli abitanti si chiesero le ragioni della strana tristezza che improvvisamente si era impadronita degli animali.