Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

mercoledì 4 maggio 2011

Da "Il nuotatore", di John Cheever (Fandango, 2008)




Abitava a Bullet Park, una quindicina di chilometri più a sud, dove le sue quattro splendide figlie dovevano aver terminato di pranzare e stavano forse giocando a tennis. In quel momento gli venne l'idea che, facendo una curva a gomito in direzione sud-ovest, sarebbe potuto arrivare a casa sua a nuoto.
Non faceva una vita da isolato e il piacere che gli dava questa constatazione non poteva essere spiegato con un complesso di fuga. Gli sembrava di vedere, con un occhio da cartografo, il dispiegarsi delle piscine, quel corso d'acqua quasi sotterraneo che si snodava attraverso la contea. Aveva fatto una scoperta, aveva dato un contributo alla geografia moderna, e quel corso d'acqua l'avrebbe chiamato Lucinda, col nome di sua moglie. Non era uno che amava particolarmente gli scherzi, né era un buffone, ma era volutamente originale, e si considerava in generale, e modestamente, un personaggio leggendario. Era una bella giornata, e gli sembrava che una lunga nuotata ne avrebbe esaltato la bellezza.