Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

domenica 25 novembre 2012

Da "La vera Miss Brodie", di Muriel Spark (Adelphi, 2006)




Fino ad allora le pareti delle aule erano state coperte dai nostri quadretti e dai nostri disegni, da resoconti di viaggio, pagine del "National Geographic", fotografie di animali e uccelli esotici. E adesso arriviamo a quel personaggio in cerca d'autore che è Miss Christina Kay, e alla sua classe dalle pareti piene di riproduzioni di opere antiche e rinascimentali: Leonardo da Vinci, Giotto, Filippo Lippi, Botticelli. Le aveva prese a prestito dal corso di educazione artistica delle superiori, diretto dal bell'Arthur Couling. C'erano anche alcuni pittori fiamminghi e Corot, e perfino un ritaglio di giornale che mostrava la Marcia su Roma di Mussolini.

(...)

No, Miss Kay non era Miss Brodie, ma credo che senza rendersene conto avesse la stoffa per diventare il personaggio che ho inventato.

(...)

("Lezioni" non è la parola giusta, comunque. In realtà si trattava di una pura, avvincente forma di intrattenimento).

(...)

"Una via di pellicciai": una di quelle rutilanti affermazioni senza capo né coda tipiche di Miss Kay che riempivano di felicità il mio giovane cuore. Era come vedere con l'occhio della mente una parata di ricche e viziate signore tedesche, tutte avvolte nelle loro pellicce, che marciavano in pompa magna sotto i tigli di Berlino.

(...)

"In primavera vedrei bene giacca e gonna grigia, ragazze, con basco citron, cioè giallo limone; ossia giallo con un sedicesimo circa di azzurro. Tailleur grigio e basco citron: a Parigi ci si veste così". Stendevamo sulla tela i colori primari, secondari e terziari. Sono convinta che per Miss Kay il colore prevalesse sul disegno o la forma. Per lei, il colore era forma.

(...)

Il greco era una materia facoltativa. In classe lo facevamo solo in tre. Per poter frequentare la lezione, tenuta da Fagiolino Munro, dovevamo arrivare a scuola alle otto. Adoravo attraversare i Links la mattina presto, soprattutto se la notte era nevicato o stava nevicando. Camminavo sulla neve fresca, lasciando le prime impronte della giornata. Il vialetto era ancora illuminato dai lampioni, e quando mi voltavo nella prima luce vedevo la mia lunga fila di impronte che partiva da Bruntsfield Place: le mie soltanto.

(...)

A insegnare scienze e matematica c'era anche Sandu Buchan, magro come uno stecco, che ribadiva all'infinito quanto possa essere pericoloso fidarsi delle apparenze, soprattutto quando si tratta di sostanze incolori, inodori e insapori.
Questo il suo orribile monito:

Questa è la storia di Tommaso lo Scienziato:
si dava arie da gran teorico,
ma all'altro mondo se ne è andato
perchè l'acqua era acido solforico.

Ricordo il suo spiccato accento di Edimburgo mentre scandiva "incolori, inodori e insapori". La mia opinione allora, come oggi, è che ci sono persone fatte così: senza colore, senza sapore, senza odore. Morale: meglio evitarle, potrebbero essere letali.

(...)

Sono passati sessant'anni. Gli uomini e le donne, esuberanti e intelligenti, che erano i nostri insegnanti ne avevano in media quaranta: quelli erano i loro anni fulgenti. Non posso credere che se ne siano andati per sempre, che siano morti e sepolti, tanto sono vivi nel mio ricordo.
Sono convinta che frequentare da esterne una scuola così ben organizzata e piena di calore umano ci offrisse un grosso vantaggio rispetto ai collegi tradizionali. Godevamo anche di una vita familiare parallela, altrettanto ricca di eventi quotidiani, e dell'impatto con un mondo popolato di persone diverse da quelle che incontravamo a scuola. Paragonando la nostra giovinezza acerba con le vite degli adolescenti delle generazioni successive, Frances mi ha scritto di recente: "Noi abbiamo avuto la vita più bella, Muriel". Anche se non avevamo la televisione, e per tutti gli anni Trenta almeno a casa mia l'elettricità (solo meravigliosi lumi a gas), anche se non c'erano gli antibiotici e la pillola, credo proprio che Frances abbia ragione.

Nessun commento:

Posta un commento