Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

domenica 1 luglio 2012

Da "Il bambino con il pigiama a righe", di John Boyne (Rizzoli, 2008)




Andò alla porta, ma prima di aprirla si voltò e fece un'ultima domanda: "Papà" iniziò.
"Bruno, non ho intenzione di..." lo interruppe il padre, irritato.
"Non c'entra" disse Bruno con prontezza. "Ho solo un'altra domanda."
Il padre sospirò e gli fece cenno di proseguire, perchè poi l'argomento sarebbe stato definitivamente chiuso e lui non avrebbe ammesso altre repliche.
Bruno meditò sulla domanda: questa volta voleva trovare le parole giuste per non sembrare di nuovo maleducato e poco collaborativo. E alla fine disse: "Chi sono tutte quelle persone là fuori?"
Il padre inclinò la testa da un lato, come se la domanda l'avesse spiazzato. "Soldati, Bruno" rispose. "E segretarie. I miei collaboratori. Li conosci già."
"No, non loro" disse Bruno. "Le persone che ho visto dalla mia finestra, nelle baracche laggiù, in fondo. Tutti quegli uomini vestiti uguali."
"Ah, quelli" disse il padre scuotendo la testa con un sorrisetto. "Ma quelli non sono uomini, Bruno" disse.


Bruno aggrottò la fronte. "Non sono uomini?" domandò, incerto sul significato di quella frase. Se non erano uomini cos'erano?
"Si, almeno non secondo il significato che diamo a questa parola" proseguì il padre. "Ma non devi assolutamente preoccupartene, Bruno. Quelli non hanno niente a che fare con te. Tu non hai nulla in comune con quelli. Perciò l'unica cosa che ti chiedo è di adattarti alla tua nuova casa e di comportarti bene. Se accetti la situazione, tutto sarà molto più facile."
"Sì, papà" disse Bruno, per niente soddisfatto dalla risposta.
Stava aprendo la porta quando il padre lo richiamò indietro: era in piedi, accigliato, come per ricordargli che aveva dimenticato qualcosa. Allora Bruno si ricordò che doveva salutare.
Si mise sull'attenti e alzò il braccio destro sbattendo rumorosamente i talloni, e cercando di assomigliare al padre pronunciò con il tono più forte e chiaro possibile le due parole che il padre diceva sempre congedandosi da un altro soldato.
"Heil Hitler" disse Bruno, convinto che fosse un altro modo per dire: "Arrivederci e buon pomeriggio."

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