Tutto ciò che delle mie letture mi incuriosisce, mi emoziona, mi fa arrabbiare, mi fa sorridere, mi porta via, mi resta addosso per tanto tempo. Come la forma dell'intreccio della paglia. A gambe nude, d'estate.

domenica 28 aprile 2013

Da "Il ballo", di Irène Némirovsky (Newton Compton Editori, 2013)




La signora Kampf entrò nello studio richiudendosi dietro la porta in maniera così brusca che tutte le gocce del lampadario di cristallo, mosse dalla corrente d'aria, si misero a suonare un tintinnio puro e leggero di sonaglio. Ma Antoinette non aveva smesso di leggere, tanto china sullo scrittoio da toccare il libro con i capelli. Sua madre si mise a osservarla per un po' senza parlare; poi le si piantò davanti a braccia conserte.
"Potresti scomodarti", le urlò contro, "quando vedi tua madre, figlia mia, no? Hai il didietro incollato alla sedia? Che bei modi raffinati... Dov'è Miss Betty?".
Nella stanza accanto il rumore di una macchina da cucire ritmava una canzone, un "What shall I do, what shall I do when you'll be gone away"..., cantata languidamente con una voce stonata e fresca.
"Miss", chiamò la signora Kampf, "venga qui".

"Yes, Mrs Kampf".
L'inglesina, guance rosse, occhi smarriti e dolci, uno chignon color miele arrotolato sulla testolina tonda, si insinuò attraverso la porta socchiusa.
"L'ho assunta", cominciò con tono severo la signora Kampf, "per sorvegliare e istruire mia figlia, non è vero? E non perché si cucisse i vestiti. Antoinette ignora forse che ci si alza quando entra la mamma?"
"Oh! Ann-toinette, how can you?", disse la Miss con una sorta di mesto balbettio.
Antoinette ora se ne stava in piedi e si dondolava goffamente su una gamba. Era una ragazzina di quattordici anni alta e piatta, con il volto pallido tipico di quell'età, così poco in carne da apparire agli occhi degli adulti come una macchia rotonda e chiara, priva di lineamenti, palpebre abbassate, occhiaie, una piccola bocca serrata... Quattordici anni, i seni che premono sotto lo stretto grembiule, e che feriscono e impacciano il corpo debole, infantile... i piedi lunghi e braccia come bacchette alle cui estremità erano mani arrossate, dita macchiate di inchiostro, ma che un giorno forse diventeranno le braccia più belle del mondo, chissà?..., una nuca fragile, capelli corti, incolori, secchi e sottili...
"Ti rendi conto Antoinette che i tuoi modi alla fine esasperano, figlia mia? Siediti. Adesso entrerò un'altra volta, e tu mi farai il piacere di alzarti immediatamente, capito?".
La signora Kampf indietreggiò di qualche passo e aprì un'altra volta la porta. Antoinette si alzò con lentezza e in modo così male aggraziato che la madre chiese piccata, stringendo le labbra con aria minacciosa:
"Le reca disturbo, per caso, signorina?"
"No, mamma", rispose Antoinette a bassa voce.
"E allora perché fai questa faccia?".
Antoinette fece un sorriso stentato che le deformò dolorosamente i lineamenti. C'erano dei momenti in cui odiava a tal punto gli adulti che avrebbe voluto ucciderli, sfigurarli, o almeno poter gridare: "No, tu mi hai scocciato", battendo i piedi; ma sin dalla tenera età temeva i genitori.

1 commento:

  1. Ho letto e recensito anche io questo libro ^^
    http://lapiccolasilfide.blogspot.it/2013/07/recensione-il-ballo-irene-nemirovsky.html

    RispondiElimina